Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse:
"Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai riviverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte
e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro,
e ogni cosa indicibilmente piccola e grande della tua vita dovrà far ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione
- e così pure questo ragno e questo lume di luna tra gli alberi e così pure questo attimo e io stesso.
L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta-
e tu con essa granello di polvere!"
- Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato?
Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immane, in cui questa sarebbe stata la tua risposta:
"Tu sei un dio, e mai intesi cosa più divina!"?
Se quel pensiero ti prendesse in suo potere, a te, quale sei ora, farebbe subire una metamorfosi, e forse ti stritolerebbe;
la domanda che ti porresti ogni volta e in ogni caso:
"Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte?"
graverebbe sul tuo agire come il peso più grande!
Oppure, quanto tu dovresti amare te stesso e la vita, per non desiderare più alcun'altra cosa che quest'ultima eterna sanzione, questo suggello?
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