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Calendario 2010

Un punto d'incontro, per creare armonia, per esserci anche quando non si può, per non disperdere nel vento i propri pensieri, perchè chi ha qualcosa da dire sia sempre ascoltato...

domenica, novembre 11, 2007

A proposito del bello universale

Si sono fatte congetture e il discorso è stato ampio, esiste il bello universalmente descrivibile?
Quali sono le condizioni perchè un oggetto possa essere detto universalmente bello?
Nel caso esista questo oggetto, allora l'esistenza del bello universale è dimostrata?
La risposta ch'è stata data è che tutto soffre del sublime relativismo incentrato sull'individuo: io penso ed ho una educazione "sentimentale", estetica in generale, la mia percezione è filtrata dal cervello, ma l'onda di ritorno che si ingrossa dall'interno in risposta alla pura sensazione (cerebrale perchè si percepisce grazie al cervello) sommerge l'intuizione razionale e mostra il 'divino'. C'è una frase straordinaria secondo la quale l'amante vede nell'amato appunto questo: il divino, il mondo soprannaturale in cui regna la perfezione ed in cui esistono gli universali.
Ma è solo lo sguardo dell'amante verso l'amato oppure l'oggetto è in sè l'amore oppure è il mondo soprareale del quale abbiamo visione nell'istante in cui vediamo l'amato, ovvero qualcosa che amiamo e quindi non amiamo la persona o l'oggetto, ma il divino mondo che ci è apparso e che condividiamo con tutti gli amanti? L'esperienza dell'amore ci conduce tutti allo stesso oggetto? Quante volte è capitato che parlando con altri si sentiva raccontare la propria storia per bocca d'altri? L'amore unifica perciò e non fa distinzioni, non si lascia limitare nel soggettivo, non si cura dell'aspetto esteriore ma impugna l'anima con mani salde e la possiede così che noi si diventa specchio dei valori supremi di cui non sappiamo dare distinzione. Ma di questo amore si può partecipare? Non parlo di una comprensione razionale, perchè la percezione è stata superata, sarebbe meglio dire che il grado di percezione è giunto a saturazione, è sublimato nell'apercettivo e iperpercettivo, ultrapercettivo. Oppure ancora, noi non possiamo permetterci la visione dell'amore di dio (mi si perdoni la minuscola, ma non parlo solo di quello cristiano) e dobbiamo accontentarci di amare gli oggetti, questi e qui, quindi amiamo persone ed oggetti particolari, che noi cerchiamo solamente di universalizzare senza riuscirsi e dai quali non possiamo essere universalizzati. Ma allora perchè li reputiamo universali? Il nostro sguardo termina per caso con i limiti del nostro ego? Sicuramente è in gioco un conflitto universale e individuale, in quest'epoca magnifica, da Oscar Wilde ad oggi, l'individualismo ha fatto passi da gigante, io esisto e quindi tutto esiste, esiste solo quello che riesco a vedere. Puro individualismo. ma questo come si concilia con l'universalità dell'amore? Possiamo quindi presumere l'amore come universale? L'amore è soggettivo? Sacrilegio! Socrate nel Fedro pronuncia due discorsi, uno intero per disconfermare le falsità dette di Amore/Eros perchè questo non avesse da arrabbiarsi. Scrivete quindi ciò che credete. Una cosa sola ancora...se l'amore è universale impregna ogni gesto dell'amante, quindi tutto è soggetto ad amore. é poi meglio il ruolo dell'amato o dell'amante?

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